Il caldo chiama la politica, ma la politica non risponde

Come sottolineavamo due anni fa e come continuiamo a sottolineare, il caldo ha conseguenze rilevanti per la salute. E ora praticamente ogni anno l’anno che viene è più caldo dell’anno che se ne va: il livello di allarme sale e le ondate di calore e gli altri eventi climatici sono ormai chiaramente una questione sanitaria che merita un’attenzione particolare.

3 Set. 2024

di Luca Carra
Notizia
Salute
Ambiente
image header

Crediti immagine: Scott Goodwill/Unsplash

 
“Il caldo chiama la politica, ma la politica non risponde”, scrivevano Paolo Vineis e il sottoscritto a proposito della calda estate del 2022.
Era già chiaro allora, ma anche prima, e figuriamoci adesso, che il caldo non ce lo manda il Signore, ma ce lo stiamo sempre di più costruendo noi, giorno dopo giorno di mancata azione climatica.
Come sottolineavamo due anni fa e come continuiamo a sottolineare, il caldo ha conseguenze rilevanti per la salute. E ora praticamente ogni anno l’anno che viene è più caldo dell’anno che se ne va: il livello di allarme sale e le ondate di calore e gli altri eventi climatici sono ormai chiaramente una questione sanitaria che merita un’attenzione particolare.
Non dimentichiamo i quasi 100 scienziati che hanno firmato una lettera aperta rivolta ai giornalisti, un appello a parlare della crisi climatica, ma soprattutto a farlo non trascurando le sue cause e le sue soluzioni. La lettera degli scienziati – tra cui il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi – ricorda che è chiarissimo quali siano le cause principali del cambiamento climatico: le emissioni di gas serra prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili. E che è altrettanto chiaro quali siano le soluzioni prioritarie: la rapida eliminazione dell’uso di carbone, petrolio e gas, e la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili.
E concludono che siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone, come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050. E possiamo farlo anche grazie a una corretta comunicazione e alla cooperazione tra noi tutti. A partire dai mezzi di informazione.
L’impatto sulla salute del caldo, alla luce delle analisi più recenti, si dimostra forte, in particolare per il nostro Paese.
Oltre a rimandare  al nostro articolo di due anni fa, vogliamo richiamare ancora quanto scritto da Maria Neira dell’OMS e colleghi in un articolo di Nature Medicine sull’argomento.
“Il cambiamento climatico può essere la più grande minaccia per la salute del ventunesimo secolo, con un impatto diretto e indiretto sulle vite umane, minando i determinanti ambientali e sociali della salute. Un’azione rapida per decarbonizzare le economie e costruire la resilienza è giustificata da motivi di salute, diritti umani, ambiente ed economia. Sebbene la risposta necessaria per la salute sia ampia, può essere in gran parte racchiusa in tre grandi sfide:
1) promuovere azioni che riducano le emissioni di carbonio e migliorino la salute;
2) costruire sistemi sanitari migliori, più resilienti al clima e a basse emissioni di carbonio;
e
3) attuare misure di salute pubblica per proteggere dai rischi climatici per la salute.
La comunità sanitaria può dare un contributo unico e potente, unendo la sua voce molto ascoltata alla leadership e advocacy climatica, fornendo prove per l’azione, assumendosi la responsabilità della resilienza climatica e della decarbonizzazione dei sistemi sanitari e guidando altri settori le cui azioni hanno un impatto sostanziale sulla salute, sulle emissioni di carbonio e sulla resilienza climatica”.